Proposta Omnibus, la via in salita della Sostenibilità?

3 Marzo 2025

Il 26 febbraio la Commissione Europea ha adottato l’annunciato “pacchetto Omnibus”, un insieme di proposte legislative volte a semplificare la normativa europea in tema di sostenibilità intervenendo sui suoi pilastri legislativi. Il pacchetto Omnibus, infatti, contiene emendamenti alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), alla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), al Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), ed al regolamento InvestEu, oltre che una bozza di atto delegato sulla Tassonomia UE.

La Commissione UE, negli scorsi mesi, ha più volte affermato che l’obiettivo di tali interventi sarebbe stato quello di semplificare le norme per ridurre la complessità ed i costi di attuazione, fattori che potrebbero ostacolare la competitività dell’UE e la sua spinta agli investimenti. In particolare, infatti, se le modifiche proposte fossero implementate così come sono state presentate, potrebbero portare ad una riduzione di circa 6,3 miliardi degli oneri amministrativi annuali per le imprese, e ad una capacità di investimento pubblico e privato aggiuntiva di 50 miliardi di euro.

Prima di approfondire le modifiche proposte, occorre sottolineare che, nonostante la Presidente von der Leyen abbia ribadito più volte l’impegno dell’Unione Europea verso gli obiettivi del Green Deal, affermando che il pacchetto Ominibus potrebbe addirittura facilitarne il raggiungimento, resta vivo in molti il timore che  – come spiegato nel nostro precedente articolo – un’eccessiva semplificazione della normativa possa portare ad una deregolamentazione, vanificando gli sforzi fatti finora e riducendo l’ambizione dei propositi di sostenibilità dell’UE.

Ad ogni modo, si tenga a mente che gli interventi normativi di cui si tratterà nel seguito sono delle proposte della Commissione, che dovranno esser sottoposte al Parlamento europeo ed al Consiglio per esser valutate prima di essere definitivamente adottate e pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell’UE.

Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), con l’implementazione del pacchetto Omnibus, subirà diverse modifiche, che andranno dalla riduzione del suo ambito di applicazione e dal rinvio degli obblighi di rendicontazione, all’eliminazione delle norme settoriali specifiche ed alla revisione degli standard ESRS.

La modifica più importante, riguarderà la riduzione dell’ambito di applicazione della norma, che sarà allineato alle soglie della CSDDD. In particolare, gli obblighi di rendicontazione saranno applicabili esclusivamente alle grandi imprese che superano i 1000 dipendenti e che presentano un fatturato superiore a 50 milioni di euro o un totale di bilancio superiore a 25 milioni di euro. Questo porterà ad una diminuzione del numero di organizzazioni soggette alla CSRD di circa l’80%, che passeranno più di 50.000 a meno di 7.000.

Il pacchetto Omnibus, poi, propone di posticipare di due anni, fino al 2028, l’entrata in vigore dell’obbligo di rendicontazione per le grandi imprese che non hanno ancora attuato la CSRD e per le PMI quotate (ondate 2 e 3), al fine di consentire ai colegislatori di accordarsi sulle modifiche sostanziali proposte dalla Commissione.

Inoltre, la Commissione si impegna a rivedere gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), con l’intento di ridurre il numero di richieste e chiarire le disposizioni poco chiare, e ad introdurre, per le aziende con meno di 1000 dipendenti, che non rientreranno più nell’ambito della CSRD, uno standard di rendicontazione volontaria, sviluppato dall’EFRAG e basato sullo standard per le PMI (VSME).

Infine, vengono eliminati la disposizione relativa all’adozione degli standard di rendicontazione specifici per settore, ed il requisito di reasonable assurance, che si proponeva come alternativo a quello di limited assurance.

Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD)

Per quanto riguarda la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), le modifiche previste riguarderanno essenzialmente i tempi di adozione della direttiva, l’ambito di applicazione, e la semplificazione degli obblighi di due diligence.

In particolare, con il pacchetto Omnibus, la Commissione propone di posticipare di un anno, al fine di dare alle aziende più tempo per prepararsi, sia la scadenza per il recepimento che il termine per l’applicazione dei requisiti di due diligence, rispettivamente al 26 luglio 2027 ed al 26 luglio 2028. Inoltre, le organizzazioni verranno esonerate dall’obbligo di condurre valutazioni approfondite sugli impatti negativi dei partner commerciali indiretti, richiedendo la due diligence solo quando ci sono prove concrete di impatti negativi.

In generale, poi, gli obblighi di due diligence saranno semplificati per ridurre complessità e costi, estendendo gli intervalli tra le valutazioni periodiche da uno a cinque anni, aggiornando le misure di due diligence solo quando necessario, semplificando gli obblighi di coinvolgimento delle parti interessate, ed eliminando l’obbligo di porre fine al rapporto commerciale come extrema ratio. Inoltre, le informazioni che le aziende potranno richiedere alle PMI ed alle small midcap, loro partner, saranno limitate a quelle specificate negli standard di rendicontazione volontaria della CSRD, salvo i casi di impatti non coperti dagli standard.

Infine, si prevede di rinviare la responsabilità civile ai regimi nazionali, lasciando ogni Stato membro libero di definire le proprie regole, di allineare i requisiti per i piani di transizione climatica alla CSRD, di armonizzare a livello UE le disposizioni relative agli obblighi di due diligence, e di eliminare la clausola sulla revisione dei servizi finanziari nell’ambito di applicazione della direttiva.

Tassonomia UE

In merito alla Tassonomia UE, le novità introdotte dal pacchetto Omnibus, riguarderanno da un lato modifiche alla CSRD per quel che riguarda la comunicazione del proprio allineamento alla Tassonomia, e dall’altro, modifiche agli atti delegati del Regolamento Tassonomia, relativi alla divulgazione ed alle misure in materia di clima ed ambiente.

In particolare, verrà ridotto il numero di aziende obbligate a comunicare il loro allineamento alla tassonomia, in quanto le grandi aziende con oltre 1.000 dipendenti che fatturano fino a 450 milioni saranno esentate dall’obbligo e potranno farlo su base volontaria. Inoltre, le aziende che non sono completamente allineate ma hanno fatto progressi verso la sostenibilità potranno comunque segnalare il loro parziale allineamento così da dimostrare il loro impegno.

Relativamente alle modifiche agli atti delegati, invece, la proposta prevede di semplificare i modelli di rendicontazione, riducendo i dati richiesti di quasi il 70%, ed esentare le aziende dal dover valutare l’allineamento alla Tassonomia delle loro attività non finanziariamente rilevanti, come quelle che non superano il 10% del fatturato, delle spese in conto capitale o delle attività totali.

Infine, poi, all’interno del pacchetto si propongono modifiche al green asset ratio (GAR), il principale indicatore di performance per le banche, escludendo le esposizioni verso aziende che non rientrano nel futuro ambito della CSRD, e la semplificazione dei criteri “Do no Significant harm” relativi al controllo dell’inquinamento e all’uso di sostanze chimiche.

Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM)

Per quel che riguarda le modifiche previste relativamente al Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), il quale prevede l’introduzione di una nuova tassa europea sul carbonio al fine di garantire una concorrenza più equa tra operatori economici europei ed extra-europei, esse avranno l’obiettivo di semplificare i processi per le aziende e ridurre la burocrazia.

In particolare, i piccoli importatori, principalmente PMI e privati che introducono piccole quantità di beni, con emissioni incorporate minime, al di sotto della soglia di 50 tonnellate all’anno – pari a circa 80 tonnellate di CO2 equivalente -, verranno esentati dagli obblighi del CBAM.

Per gli altri importatori, invece, le modifiche faciliteranno il rispetto degli obblighi di segnalazione, semplificando l’autorizzazione dei dichiaranti, il calcolo delle emissioni ed il rispetto della responsabilità finanziaria.

Regolamento InvestEU

Infine, anche il programma InvestEU, volto a rilanciare l’economia attraverso la mobilitazione di un insieme di finanziamenti privati per le PMI al fine di favorire la transizione digitale e la transizione verde, sarà interessato dalle modifiche proposte all’interno del pacchetto Omnibus.

L’obiettivo generale sarà sempre quello di semplificare l’impianto normativo, e per questo il regolamento InvestEU sarà semplificato al fine di ridurre il carico amministrativo e di alleggerire gli obblighi per i partner esecutivi, per gli intermediari finanziari e soprattutto per i destinatari finali, ossia le PMI. In particolare, le modifiche ridurranno la frequenza ed il contenuto di alcuni report, ed esenteranno le PMI dall’applicazione di determinate norme, grazie ad esempio ad una definizione di PMI modificata per specifici prodotti finanziari.

La Commissione UE, ritiene che tali semplificazioni consentiranno di risparmiare 350 milioni di euro ai partner esecutivi, agli intermediari finanziari ed ai destinatari finali dei fondi, e di sbloccare circa 50 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati, stimolando la crescita e l’innovazione delle organizzazioni appartenenti agli Stati Membri.

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