Consulenza analisi doppia materialità: l’approccio di NUVA
La nostra esperienza nel settore della sostenibilità, ci permette di guidare con efficacia le organizzazioni interessate a sviluppare una accurata analisi di materialità, basandosi sul principio della doppia materialità.
Il concetto di doppia materialità è stato introdotto dalla Commissione Europea nel 2019 all’interno delle “Linee Guida sul reporting non finanziario”, e successivamente promosso dalla CSRD, la «Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)» (Direttiva 2022/2464/UE).
Per quanto la CSRD sia oggi ridimensionata dal Pacchetto Omnibus, anche nelle sue modifiche più recenti, è comunque ribadita l’importanza del principio della doppia materialità per le organizzazioni che avviano dei processi di reporting in ambito ESG.
l concetto della doppia materialità, va infatti ad ampliare il tradizionale significato di materialità, che ha sempre caratterizzato la rendicontazione di sostenibilità, promuovendo una visione più completa delle operazioni aziendali.
In base a questo principio, nel rendicontare le proprie performance ESG, le aziende devono considerare sia come la propria attività incide sulle persone e sull’ambiente (materialità di impatto), sia come le questioni ambientali, sociali e di governance, incidono sulla loro attività (materialità finanziaria).
La doppia materialità è oggi un elemento cardine per i modelli di “business a impatto”, in quanto permette una reale integrazione dei principi ESG all’interno delle attività di un’organizzazione.
Cos’è l’analisi di materialità nel Bilancio di Sostenibilità
Nella pratica, nell’ambito della rendicontazione di sostenibilità, la doppia materialità incide sul processo di analisi di materialità.
L’analisi di materialità è un esercizio tramite cui l’impresa identifica le questioni ESG prioritarie, rispetto alle quali rendicontare.
Il principio di materialità viene spesso assimilato al concetto di rilevanza. L’analisi di materialità – intesa in termini convenzionali – permette infatti di istituire un collegamento tra gli interessi di una organizzazione e quelli dei suoi stakeholders, mettendo a fuoco i temi considerati rilevanti per entrambe le parti.
Nell’ambito dei processi di rendicontazione non finanziaria, di ESG r eporting- ovvero quelli funzionali alla redazione di un Bilancio di Sostenibilità – l’analisi di materialità favorisce l’identificazione degli argomenti prioritari, che andranno necessariamente trattati nell’ambito di un report, sia esso volontario, o cogente.
La matrice di materialità nella prospettiva inside-out
La materialità degli aspetti ambientali, sociali ed economici è stata per lungo tempo illustrata attraverso la matrice di materialità.
Questo grafico, ha rappresentato il prodotto finale del processo di analisi di materialità, permettendo di posizionare i temi o aspetti materiali, in relazione alla significatività che assumono, per l’azienda e i suoi stakeholder.
L’approccio alla base di questo tipo di matrice, è detto inside-out, ciò vuol dire che considera esclusivamente la rilevanza dell’impatto generato dall’azienda sul contesto esterno. Quella inside-out è una prospettiva diffusa nell’ambito di numerosi percorsi di sustainability reporting elaborati in riferimento a linee guida e standard internazionali, come GRI e SASB.
Cosa si intende per doppia materialità
Oggi, uno dei principi chiave per le aziende che adottano una strategia di sostenibilità, e che rendicontano le proprie prestazioni ESG agli stakeholder di riferimento, è quello della doppia materialità.
Per doppia materialità si intende l’analisi e la valutazione di come le attività di un’organizzazione incidano su questioni sociali e ambientali (materialità di impatto), e al contempo le questioni ambientali, sociali e di governance ESG influenzino le performance finanziarie di un’organizzazione (materialità finanziaria).
Nello specifico il principio della doppia materialità considera due direzioni di influenza:
Materialità di impatto: Dall’interno verso l’esterno, come possono le scelte e le attività dell’organizzazione influenzare l’ambiente a la società? Focalizziamo l’attenzione sulle questioni di sostenibilità connesse agli impatti materiali, effettivi o potenziali, positivi o negativi, dell’impresa sulle persone o sull’ambiente nel breve, medio e lungo termine
Materialità finanziaria: Dall’esterno verso l’interno, come possono i fattori ESG influenzare la stabilità finanziaria e operativa dell’organizzazione? Focalizziamo l’attenzione sulle questioni di sostenibilità comportano effetti finanziari rilevanti generando rischi o opportunità per l’impresa.
Applicando il criterio della doppia materialità, l’analisi di materialità porterà a identificare gli IRO (impatti, i rischi e le opportunità) significativi, inerenti alle diverse questioni di sostenibilità su cui rendicontare.
In altre parole, una questione di sostenibilità viene valutata come materiale se da essa derivano:
– Impatti, effettivi o potenziali (materialità d’impatto);
– Rischi e/o opportunità (materialità finanziaria)
Integrando un approccio di doppia materialità, le organizzazioni non adempiono solo a degli obblighi in termini di rendicontazione non finanziaria o rendicontazione di sostenibilità, ma godono anche di una serie di ulteriori vantaggi:
- Gestione del rischio: la doppia materialità permette di identificare e gestire in maniera integrata i rischi finanziari, sociali e ambientali. Ad esempio, un’azienda la cui produzione si fonda sulla disponibilità di una determinata risorsa naturale, sarà portata a considerare questo come un fattore di rischio, adottando le necessarie strategie di mitigazione.
- Creazione di valore: Integrare la doppia materialità nelle strategie aziendali può portare alla generazione di valore condiviso per tutti gli stakeholder. Ad esempio, investire in pratiche di responsible sourcing non solo può ridurre i rischi reputazionali, ma anche migliorare i rapporti con i fornitori e generare relazioni proficue e di lungo termine, per tutte le parti coinvolte.
- Attrazione di finanziamenti e accesso al credito: Sempre più investitori considerano i fattori ambientali, sociali e di governance come criterio determinante nella valutazione delle opportunità di investimento. Anche le banche, agevolano la concessione del credito alle organizzazioni che si distinguono per una corretta gestione dei rischi ESG cui sono esposte.
A nostro parere due buone prassi per costruire una corretta analisi di materialità sono:
1) Considerare l’intero alveo delle questioni di sostenibilità ambientali, sociali e di governance, ad esempio quelle elencate all’interno degli European Sustainability Reporting Standard (ESRS) o nei GRI Standards.
2) Riflettere sia la prospettiva dell’impatto che quella della rilevanza finanziaria, nonché le interconnessioni tra le due.
Alla base di un processo analitico efficace vi è un fattore di oggettività, che porta a valutare ogni questione ESG dal punto di vista dell’organizzazione e dei suoi stakeholder.
Alla luce di quanto appena detto, l’analisi di materialità non può essere svincolata dal processo di stakeholder engagement. Il coinvolgimento dei portatori di interesse – tramite interviste, survey, focus group – è un input essenziale per identificare la rilevanza delle tematiche di sostenibilità. Solo così è possibile realizzare il concetto di “double materiality”, garantendo un’analisi accurata e completa degli impatti dell’organizzazione.
Un esempio di analisi di doppia materialità viene fornito dalla Commissione Europea. La rappresentazione grafica della double materiality, ci aiuta a comprendere come debba essere inserita nel bilancio di sostenibilità di ogni organizzazione che rendiconta le proprie performance ESG.
Nulla, in sostanza. Il Pacchetto Omnibus incide marginalmente sul concetto di doppia materialità. Pur apportando delle semplificazioni, la centralità del principio di materialità nei percorsi di rendicontazione non finanziaria, e in generale di sustainability reporting, resta invariata.
L’analisi di materialità deve essere progettata e condotta sulla base di fatti e circostanze specifiche, riguardanti l’impresa che la realizza. Non esistono processi standard, adattabili ad ogni attività economica, prescindendo dalla sua struttura organizzativa, dalla localizzazione delle sue operazioni e dalla composizione della sua catena del valore.
Tuttavia, possiamo identificare, quattro fasi principali e a nostro parere indispensabili per ogni analisi di doppia materialità:
1) Comprensione del contesto
Durante la prima fase, l’impresa comprende l’ambiente esterno ed interno in cui opera, e lo fa, essenzialmente:
Sviluppando una panoramica di tutte le sue attività e relazioni commerciali
Identificando altre particolari informazioni di contesto
Individuando i principali stakeholder interessati
2) Identificazione degli IRO effettivi e potenziali legati alle questioni di sostenibilità
Nella seconda fase, l’impresa deve identificare tutti gli IRO (impatti, rischi e opportunità) effettivi e potenziali relativi alle questioni ambientali, sociali e di governance nelle proprie attività e nella propria catena del valore, con l’obiettivo di ottenere un lungo elenco di IRO che sarà poi ulteriormente valutato ed analizzato nelle fasi successive.
3) Valutazione e determinazione degli IRO materiali relativi alle questioni di sostenibilità
Nella terza fase, dopo aver individuato una lista di impatti, rischi ed opportunità, effettivi o potenziali, l’impresa applica i criteri per la valutazione della materialità d’impatto, e della materialità finanziaria, al fine di determinare gli IRO materiali.
4) Reporting
Nella quarta ed ultima fase del processo di analisi, dopo aver completato la valutazione della materialità delle questioni di sostenibilità, l’impresa è tenuta a riferire in maniera dettagliata sul processo svolto e sui suoi risultati.