Che cos’è l’economia circolare
L’economia circolare è un nuovo modello di sviluppo sostenibile che punta ad aumentare la resilienza e massimizzare il valore economico delle risorse a disposizione delle imprese e della società, minimizzando gli impatti negativi sul pianeta.
Sebbene fondi le proprie basi su tecniche di progettazione e produzione tipiche delle avanguardie dell’innovazione industriale – come la biomimesi, l’ecodesign e il Cradle to Cradle – l’economia circolare sta oggi guadagnando un ampio spazio anche in contesti convenzionali, grazie al suo potenziale contributo alla attuale ed urgente sfida climatica e alla necessaria transizione verso un’economia ad emissioni nette zero.
Per raggiungere questi obiettivi, le principali strategie di economia circolare sono: evitare lo scarto dei rifiuti in discarica, minimizzare l’utilizzo di materie prime provenienti da attività estrattive massimizzando cosi l’efficienza delle risorse già presenti nel sistema tramite un continuo ricircolo delle materie prime e contribuendo alla rigenerazione degli ecosistemi naturali.
L’Unione Europea ha per questi motivi fatto dell’economia circolare un pilastro del Green Deal del 2020 tramite la pubblicazione del CEAP o Circular Economy Action Plan, che prevede una roadmap di 35 azioni che hanno come obiettivo incentivare le aziende e le istituzioni dell’Unione ad implementare progetti di economia circolare, che renderanno possibile, tra le varie, il finanziamento agevolato dei fondi InvestEU o LIFE EU e un migliore posizionamento sul mercato delle aziende, ad esempio, tramite il raggiungimento dei criteri ambientali minimi per l’etichetta ecologica Ecolabel (simile al marchio Made Green in Italy per l’Italia).
Quali sono i vantaggi dell’economia circolare per le imprese?
I principali vantaggi derivanti dall’adozione di una strategia di transizione verso l’economia circolare, sono i seguenti:
- nuovi ricavi generati dalla trasformazione dei propri scarti di produzione e sottoprodotti in materie prime secondarie, da vendere sui mercati alternativi, applicando una strategia End of Waste (EoW);
- la progettazione di nuovi modelli di impresa, come il product as a service che garantisce flussi di cassa più costanti e nuovi ricavi utili stimolare la crescita e lo sviluppo;
- l’utilizzo di prodotti o materiali a ciclo di vita più esteso che mitigano i rischi insiti nelle supply-chain, come ad esempio l’alta volatilità dei prezzi, determinando un risparmio sui costi di approvvigionamento di materie prime nel lungo periodo.
Non sono inoltre da sottovalutare le maggiori possibilità di accesso ai fondi nazionali o europei di sviluppo sostenibile come InvestEU o agli strumenti messi a disposizione dalla green finance.
L’approccio di NUVA: un percorso circolare per le imprese
NUVA offre un servizio di consulenza personalizzato sul tema dell’economia circolare. Il suo approccio mira a facilitare la transizione delle imprese verso la circolarità e a supportarle nell’identificazione delle migliori soluzioni per cogliere le opportunità e i vantaggi ad essa legati.
Il percorso circolare proposto da NUVA prevede una analisi preliminare gratuita del potenziale di circolarità dell’azienda, seguita da una serie di interventi strategici, come:
- la valutazione del modello di business e lo studio di progetti di innovazione per massimizzare l’efficienza delle risorse, produrre nuovi ricavi ad esempio attraverso il Product as a Service o l’individuazione di mercati emergenti per espandere le proprie attività;
- l’analisi del ciclo di vita dei prodotti o servizi tramite un Life Cycle Assessment (LCA) funzionale al circular design, una progettazione volta a massimizzare le possibilità di utilizzo, la soddisfazione del cliente e il rispetto di determinati parametri ambientali, come ad esempio quelli previsti per l’ottenimento della Certificazione Ecolabel;
- la valorizzazione dei propri rifiuti e residui di produzione: tramite la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), la sistematizzazione delle informazioni dei sottoprodotti e la loro gestione in conformità al D.M. 264/16, unitamente all’individuazione di un mercato di riferimento per gli stessi;
- l’identificazione di opportunità legate all’accesso a fondi e finanziamenti agevolati relativi all’adozione di strategie circolari come i fondi InvestUE e LIFE EU.
La consulenza di NUVA sull’economia circolare offre un percorso di analisi e formazione trasversale per l’azienda, che garantisce un aumento della consapevolezza circa le nuove opportunità legate alla transizione all’economia circolare e la padronanza degli strumenti necessari per coglierle.
La Ellen Macarthur Foundation ha condiviso il cosiddetto ReSOLVE toolkit come strumento per ispirare le aziende a trovare e combinare le migliori strategie per la transizione all’Economia Circolare.
ReSOLVE è un acronimo composto:
– Re: “Restore, Renew, Return, Reuse, Remanufacture, Recycle”; un invito al ricircolo di prodotti e materie prime;
– S: “Share assets”; progetta prodotti caratterizzati da riparabilità, durabilità e utilizzo multiplo, funzionali a modelli come il Service as a Product;
– O: “Optimize”; ottimizza l’utilizzo delle risorse e riduci gli sprechi;
– L: “Loop”; rimanda al ricircolo alla base delle “5 Re”;
– V: “Virtualize”; dematerializza servizi e commercializzazione a favore di strumenti digitali;
– E: “Exchange”; sfrutta la sinergia e la simbiosi industriale scambiando materiali e prodotti in disuso per massimizzare il ricircolo degli stessi.
L’iter di valorizzazione dei rifiuti idonei tramite la cessazione di qualifica di rifiuto (End of Waste) consiste nell’identificazione della conformità del rifiuto con i requisiti indicati all’articolo 184-ter del Decreto Legislativo 152/2006 Testo Unico dell’Ambiente così come integrato dal D.L. 205/2010 in recepimento della Direttiva Europea 2008/98/CE.
Così come richiesto dal D.M. 164/2016, è necessaria la produzione di una scheda tecnica che descriva i soggetti coinvolti nella gestione del sottoprodotto e ne specifichi le caratteristiche, ed il contratto di sottoprodotto che dimostri l’esistenza di un mercato e di una possibilità di utilizzo per il sottoprodotto stesso.
Il costo dipende dalla struttura e dal modello di business dell’azienda, ma è da considerarsi come un investimento ripagabile dal valore aggiunto diretto o indiretto prodotto dalla strategia stessa.